Considerando che nostra solidarietà non si debba esprimere unicamente in una fiaccolata simbolica, ma si debba lavorare , collaborare tutti uniti, affinché la nostra vicinanza al Popolo Ucraino si traducano in azioni di aiuto concreto.
Alle richieste di aiuto di una Nazione, che non vuole arrendersi, che non scappa, costretta a combattere casa per casa non limitiamoci a rispondere con gesti simbolici ma attiviamoci come Città per l’accoglienza di donne e bambini vittime innocenti di questa tragedia, come del resto siamo stati in grado di fare con i bambini di Chernobyl, dopo la tragedia della centrale nucleare e come di recente fatto con i profughi che abbiamo ospitato presso la palazzina ex ASL 46.
Siamo una piccola Città, ma abbiamo già dimostrato che siamo in grado di fare gesti molto più apprezzati che esporre unicamente una bandiera o illuminare la facciata di un palazzo come avviene in molte altre realtà.
Per le motivazioni su espresse si chiede che il Sindaco e la Giunta si impegnino a:
- Esprimere una condanna per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e l’uso delle armi con continui bombardamenti delle Città Ucraine, senza il rispetto delle norme del Diritto Internazionale, nel tentativo di soggiogare uno Stato e un Popolo che ha la propria sovranità. Fatti di una gravità assoluta che minano la pace nella nostra Europa
- Di far pervenire al Governo Italiano e all’Europa la voce della Città di Santhià perché vi sia un impegno per riportare la pace in Ucraina e gli accordi di Minsk e di Helsinki tornino ad essere applicati e venga scolpito nella pietra il principio indifferibile dell’inviolabilità delle frontiere di ogni Stato.
- Di far pervenire all’Ambasciata Ucraina Via Guido d’Arezzo, 9 a Roma la solidarietà della Città di Santhià con la ferma condanna delle azioni della Politica di Putin e il suo ingiustificato utilizzo delle armi per l’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina.
- Di attivarsi con la Regione Piemonte, l’Ambasciata Ucraina al fine di offrire ospitalità a quanti scappano dalla guerra e chiedere all’Asl di Vercelli di mettere a disposizione per questo intervento umanitario, la palazzina dell’ex Asl 46